È dicembre! Questo significa: recap delle mie letture preferite del 2022, come sempre in rigoroso ordine cronologico, perché qui non si vuole fare un torto a nessuno.
Cominciamo.
La taverna di mezzanotte
Yaro Abe
Non sono mai stata a Tokyo ma sono affezionata a questa taverna aperta da mezzanotte alle cinque del mattino come fosse sotto casa. Ho scoperto il fumetto solo dopo aver guardato le due stagioni di Midnight Diner su Netflix, e ad oggi rappresenta la mia idea di comfort book: storie brevi, personaggi disparati ma che pian piano si iniziano a conoscere e riconoscere, e il cibo come sfondo, pretesto o filo rosso nella narrazione. Yaro Abe ha costruito un rifugio minuscolo che sa ospitare il mondo, mi piacerebbe scoprire un posto così, un giorno.
Cose spiegate bene – A proposito di libri
Il Post
Lettura imprescindibile per chi ama il libro come oggetto ancor prima che per il contenuto. Si va dal racconto delle case editrici (che d’ora in poi sapremo riconoscere dal logo o dall’impaginazione della copertina) alle professioni esercitate al loro interno, passando per la nascita dei font, i tipi di carta e rilegatura, fino ad arrivare all’analisi delle classifiche pubblicate nei supplementi dei quotidiani e all’organizzazione di una libreria. Se avessero prodotto questo libro ai tempi della mia Triennale in Lingue e Culture per l’Editoria sono sicura avrei avuto idee molto più chiare.
La libreria sulla collina
Alba Donati
Questa è una libreria che sorge davvero su una collina, si chiama Libreria sopra la penna ed è il cuore pulsante di Lucignana, paese di 180 anime in provincia di Lucca.
Il libro è il diario dell’autrice, nonché fondatrice di questo avamposto di cultura affacciato sulle Alpi Apuane dove si servono tè e biscotti ai visitatori. Dopo aver letto la sua storia, ho avuto la fortuna smisurata di poterci mettere piede, e sedermi su una delle due Adirondack dipinte di azzurro. Alba Donati è venuta a salutare, prima che un appuntamento dal dentista la richiamasse all’ordine, ma quell’atmosfera di mattina fresca di agosto, la sua presenza così concreta ma al limite del sacro, i fiori e la cura di ogni centimetro del giardino affacciato sul verde l’hanno resa una delle esperienze più ultraterrene della mia vita.
Ovunque
Nicolò Balini
In questo libro Nicolò Balini (aka Human Safari) racconta dei suoi viaggi. La particolarità è che sono viaggi avvenuti quando il mondo cominciava a (e poi ha finito per) chiudersi a causa della pandemia. Mi ha fatto molto pensare la sua determinazione nel voler continuare a esplorare nonostante il momento storico, adattandosi praticamente a qualunque imprevisto e scomodità, cercando i “buchi” nel sistema, studiando le norme di ogni Paese per riuscire a non stare fermo. Ma tutto questo, ormai lo sappiamo, è pane per Balini.
Yoga
Emmanuel Carrère
Questo libro ha raggiunto lo status di “life-changing” nella mia listina delle letture 2022. Un libro sullo yoga? Anche, non solo. Com’è nella natura della disciplina, può arrivare a permeare ogni cosa. Allora più che un libro sullo yoga, è un libro che contiene, lo yoga. Carrère racconta la sua vita, i suoi drammi psichiatrici, l’egoismo che l’ha spinto a compiere gli atti più altruistici solo per provare ad andare oltre le proprie difficoltà. E in tutto questo, praticandolo o meno, lo yoga è sempre presente. Un libro che per me ha funzionato da specchio e da porta.
Range
David Epstein
Nel suo libro, David Epstein sostiene una singola, fondamentale tesi: essere generalisti è la chiave di volta in un mondo di specialisti. Dall’introduzione “Roger vs. Tiger”, l’autore analizza un cospicuo numero di atleti, scienziati, CEO, musicisti, tutti massimi esponenti del loro settore, arrivando sempre alla stessa conclusione. La specializzazione precoce come ricetta per una carriera di successo è sopravvalutata. Al contrario la possibilità di sperimentare, allargare la propria conoscenza e la flessibilità nel tenere un piede sempre fuori dalla propria area di competenza è ciò che ha portato alle vere rivoluzioni. Range è un libro denso, pieno di esempi nella forma di casi dettagliati e sostanziati spesso da interviste ai diretti interessati. Non è una lettura rilassante ma di quelle che regalano un nuovo filtro di osservazione della realtà.
Sniff
Risuleo – Pronostico
Una delle graphic novel più belle che abbia letto e guardato quest’anno. La relazione tra i due protagonisti è raccontata dal punto di vista dei loro nasi, che creano un racconto parallelo e complementare alle immagini d’insieme. La narrazione è di una delicatezza fuori dal comune, il dolore di essere spettatori inermi è pungente così com’è intensa la speranza che tutto possa tornare a funzionare, e la cornice delle vacanze invernali in montagna non fa che amplificare ogni sensazione, nel bene e nel male.
In mezzo al mare. Sette atti comici
Mattia Torre
Ho un rapporto controverso con gli audiolibri, ma quando ho messo in cuffia In mezzo al mare. Sette atti comici, ho avuto una folgorazione. Le voci di Valerio Aprea, Valerio Mastandrea e Geppi Cucciari leggono una quotidianità vivisezionata, che ti si appiccica addosso come lo schifo ma che può anche far sorridere, perché in fondo vederci lo strazio o l’ironia sta sempre a noi.
Giorni felici
Zuzu
Credo di aver provato tutto lo spettro di emozioni scibili nelle 458 pagine di questa graphic novel a pastelli. Claudia è una creatura che si trasforma sulla scia del proprio sentire, in un alternarsi angosciante di passione e disperazione. La narrazione è frammentata e raggiunge il suo apice nel monologo di Beckett (quel Giorni felici del titolo) che da pezzo di finzione teatrale si mischia all’autobiografia della protagonista. Forse è perché nella storia non succede niente di tanto eccezionale che è così facile riconoscersi nel dramma, o forse, come succede spesso, i libri si fanno trovare nel momento in cui è giusto che li leggiamo.
Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop
Fannie Flagg
Un libro che mi ha fatto bene, mi ha fatto sorridere, emozionare, e mi ha ricordato cosa voglia dire affezionarsi ad una storia. Le vicende si svolgono a Whistle Stop, un piccolo paese dell’Alabama che ha per fulcro il Caffè di Idgie e Ruth, ma la narrazione si muove nel tempo: il racconto vive attraverso i ricordi dell’anziana signora Threadgoode, poi diventa presente nel passato, nei Bollettini settimanali della Signora Weems, e avanza con un narratore esterno che si alterna nei capitoli. Nel libro i personaggi nascono, crescono, lottano e muoiono, ma nel pragmatismo di una vita di provincia da figli della Grande Depressione c’è latente una gentilezza che spezza il cuore. Una lettura sul podio di quest’anno.
No sleep till Shengal
Zerocalcare
Il mio primo libro di Zerocalcare è stato Kobane Calling, da lì ho recuperato l’intera bibliografia e non ho più smesso di amarlo. Ecco perché No Sleep Till Shengal è stato un po’ come tornare alle origini, al principio dell’innamoramento, ora però con la consapevolezza che si tratti di una sorta di eccezione nel catalogo – con questa storia siamo di nuovo in Iraq, ma per la comunità Ezida di Shengal. Lo Zerocalcare che conosciamo c’è sempre, c’è tutto, e forse l’impressione che il libro sia finito troppo in fretta è stata solo colpa dell’ingordigia. La verità è che quando uno ti sa raccontare la complessità e il dramma in modo semplice ma senza superficialità, distribuendo i pesi perché il pugno nello stomaco sia sempre smorzato da un sorriso e lasciando che il racconto sedimenti e ti cresca dentro a posteriori, è impossibile non desiderarne di più. Una nota banale: sono grata di sapere l’italiano anche solo per poter leggere un libro del genere in lingua originale. Sarebbe doloroso perdersi le sfumature che vanno dal registro da strada all’aulico-scientifico.
L’estate che sciolse ogni cosa
Tiffany McDaniel
Siamo nel 1984, il diavolo arriva sotto forma di tredicenne nero dagli occhi verdi nella cittadina di Breathed, Ohio, rispondendo all’invito pubblicato sul giornale dall’avvocato Autopsy Bliss. Il racconto è dal punto di vista del figlio Fielding Bliss, coetaneo di Sal (“la prima sillaba di Satana e L di Lucifero”). Una storia tormentata, vivida e crudele come solo Tiffany McDaniel saprebbe immaginare.
Momenti di trascurabile felicità
Francesco Piccolo
Ho ascoltato l’audiolibro letto dall’autore stesso, che sogno. Il contenuto è quello preannunciato dal titolo: una serie di momenti che la maggior parte delle persone vive ma normalmente trascura, guardati da un occhio esageratamente attento e descritti con precisione maniacale. È una gioia sentir raccontare la quotidianità in questo modo, ed è anche uno stimolo costante a tenere i sensi attivi. Nel 2023 recupererò anche Momenti di trascurabile infelicità.
Cheese
Zuzu
Folgorata dalla lettura di Giorni felici ho recuperato anche Cheese, esordio autobiografico dell’autrice. Col suo tratto leggero e drammatico, Zuzu racconta una serie di spaccati della sua amicizia con Dario e Riccardo, inseriti nel contesto dei disturbi alimentari di cui soffre e di un’imminente gara di formaggio rotolante in provincia di Trento. Esperienza apparentemente bizzarra che forse per contrasto apparirà ancor più intensa nel momento in cui si rivelerà catartica.
Libri che mi hanno rovinato la vita
Daria Bignardi
Ho ascoltato con grande piacere questo audiolibro scritto e letto da Daria Bignardi (con la partecipazione di Daria Deflorian). Mi piacciono i racconti autobiografici, figuriamoci quelli che si muovono scanditi dalle letture di una vita. Ci sono temi ricorrenti come il dolore, l’ansia della madre che ha condizionato la vita delle figlie, il libro come rifugio e fonte di benessere, ma è stato quello della dipendenza dalla malinconia – e del tentativo di liberarsene, ad aver toccato le corde più sensibili. È stato uno di quei momenti in cui ho sentito che le parole mi stavano dicendo qualcosa di preciso, che avrei fatto bene a non ignorare.
Altra nota positiva: le voci delle due Daria hanno reso il racconto a metà tra una favola e una seduta dallo psicoanalista. Dolci, pacate, perfette per raccontare i drammi senza mai farne sentire la pesantezza.
Ethel & Ernest
Raymond Briggs
Questa meravigliosa graphic novel è la storia vera dei genitori di Raymond Riggs, scritta e disegnata da lui. Il racconto è quello di una piccola famiglia inglese di classe media della seconda metà del Novecento, con i suoi desideri molto umani (una vasca da bagno! un frigorifero! un piccolo giardino privato!) e una quotidianità che si mescola ai grandi eventi della Storia. Questo libro è una casa, ed entrarci ha il sapore di un abbraccio familiare. La fitta di nostalgia è inclusa.
La strada di casa
Kent Haruf
Nonostante questo libro preceda per pubblicazione la Trilogia della pianura, l’ambientazione è già quella di Holt, cittadina familiare a tutti gli affezionati di Kent Haruf, nonché uno dei luoghi letterari che più mi sono rimasti nel cuore. Il racconto inizia nel presente per lasciarsi ad un flashback lungo quasi quanto il libro, dove gli eventi ricostruiscono la storia di un singolo e della comunità che gli si è rivoltata contro. In ogni pagina si respira lo spirito del paese, quella dimensione sociale che ti sa cullare quando tutto va bene ma diventa feroce nel momento in cui viene tradita.
Mi mancava Holt, mancherà sempre Haruf.
Anche per quest’anno è tutto. Buona lettura e buone feste!
Veronica